Il 9 giugno il Governo ha varato il Decreto Sud (clicca per il decreto) che istituisce Zone Economiche Speciali collegate ai porti del Sud italiano.
Le Zes saranno dotate di agevolazioni fiscali aggiuntive, rispetto al regime ordinario del credito d’imposta al sud, che già prevede notevoli vantaggi fiscali. In particolare, oltre agli investimenti delle piccole e medie imprese, saranno eleggibili per credito d’imposta investimenti fino a 50 milioni di euro, di dimensioni sufficienti ad attrarre player internazionali di grandi dimensioni e di strategica importanza per il trasporto marittimo e la movimentazione delle merci nei porti del Mezzogiorno.
Il 27 maggio scorso però è stato bocciato alla Camera l' emendamento dell' on. Oliaro che avrebbe permesso l' estensione delle ZES a tutto il Paese.
Adesso i porti come Trieste e Genova restano esclusi dalla possibilità di istituire Zone Economiche Speciali malgrado siano i terminali accreditati per la Nuova Via della Seta cinese.
Occorre sapere che la Cina ha costruito il suo travolgente sviluppo sul modello delle Zone Economiche Speciali e che le merci che arrivano ai porti europei provengono in gran parte dalle suddette.
L' assenza di questo speciale regime fiscale creerebbe ostacoli e rallentamenti alle merci cinesi come sottolinea Maurizio d' Amico, segretario generale dell’Advisory Board della Federazione Mondiale delle Zone Franche e delle Zone Economiche Speciali (Femoza) di Ginevra in un articolo dell' Avvisatore Marittimo di Genova che invitiamo a leggere accuratamente cliccando QUI.
Infatti l' Inghilterra che fino alla Brexit era il "cavallo di Troia" della Cina in Europa ha subito pensato di costituire una prima Zona Franca nel porto di Liverpool per sperimentare i vantaggi della assenza di vincoli europei (clicca QUI).
Gli spedizionieri di Genova hanno richiesto una ZES anche per il loro Porto dove è allo studio l' istituzione di una Zona Franca:
clicca QUI per l' articolo del Sole24Ore,da leggere anch' esso attentamente, e dove si fa notare come la cinese COSCO che ha acquistato il Pireo (Atene) sta lavorando per far istituire anche in Grecia una Zona Franca collegata al portoe che le ZES in Polonia hanno dato un grande impulso allo sviluppo economico.
Del resto anche a Gorizia tutti i partiti richiedono la Zona Franca - ZES (clicca QUI e QUI) mentre a Milano ci pensano per l' area ex-Expo' (QUI e QUI) e perfino l' Aereoporto di Milano Malpensa ci pensa (QUI).
Il Porto di Trieste è, come noto e illustrato negli articoli dello scorso numero di Limes, dotato di Punti Franchi doganali ma non fiscali, per questo dal luglio dello scorso anno ha comiciato a girare la proposta di istituirvi una ZES o No Tax Area, esplicitata dalla stessa Presidente della Regione Serracchiani ed appoggiata dall' Autorità Portuale (clicca QUI) tuttavia non se ne è più sentito parlare a livello istituzionale.
Il Porto di Trieste è, come noto e illustrato negli articoli dello scorso numero di Limes, dotato di Punti Franchi doganali ma non fiscali, per questo dal luglio dello scorso anno ha comiciato a girare la proposta di istituirvi una ZES o No Tax Area, esplicitata dalla stessa Presidente della Regione Serracchiani ed appoggiata dall' Autorità Portuale (clicca QUI) tuttavia non se ne è più sentito parlare a livello istituzionale.
E' curioso che proprio a Trieste, che ha una lunga storia di rivendicazioni a proposito di Zone Franche, malgrado il Decreto del Governo per i porti del Sud, sostanzialmente ignorato in città, perduri silenzio e disinteresse su un argomento così importante e forse decisivo per il Porto Franco Internazionale e gli insediamenti produttivi collegati e indotti.
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