IL CROCEVIA DELLA CATALOGNA
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Il Parlament di Barcellona ha approvato (70 a favore, 10 contro, 2 astenuti) la mozione per conferire al governo di Puigdemont il mandato di costituire una Repubblica di Catalogna indipendente. I separatisti hanno così scelto di radicalizzare ulteriormente lo scontro con Madrid, percependosi alle ultime ore prima che lo Stato centrale ne attivasse la rimozione forzosa dalle istituzioni della comunità autonoma.
In settimana Barcellona aveva reso noto di essere pronta ad adire il Tribunale costituzionale in seguito al futuro commissariamento. Le voci di una possibile riduzione dei toni, con l’indizione di nuove elezioni a dicembre e il ritiro della dichiarazione d’indipendenza, sospesa immediatamente dalla Generalitat per mantenere aperto uno spiraglio per le trattative con il governo centrale, sono naufragate, travolte dal corso degli eventi.
Giovedì il presidente della Generalitat Puigdemont si è rifiutato di indire nuove elezioni in Catalogna – che il Psoe giudicava sufficienti a evitare il commissariamento della comunità autonoma. Venerdì mattina, il presidente del governo spagnolo Mariano Rajoy ha sostenuto davanti al Senato – organo che deve esprimersi sull’imposizione delle misure eccezionali previste dall’art. 155 della Costituzione – che tale via è l’unica soluzione alla deriva intrapresa dalle autorità catalane, che hanno “disconosciuto e ignorato le leggi senza alcuna legittimità per farlo”.
Da Madrid, la procura generale potrebbe rispondere con l’imputazione del presidente della Generalitat e dei suoi per reati di ribellione o quantomeno sedizione. E, arrivato il via libera del Senato all’applicazione dell’art.155, ora il consiglio dei Ministri potrebbe sancire in via definitiva la rimozione della leadership rivoluzionaria, la nomina di un inviato governativo e di una commissione che gestisca la comunità autonoma (le cui prerogative resterebbero comunque in vigore) e l’indizione di nuove elezioni.
Ora, tuttavia, gli attori che controllano le istituzioni di Barcellona si percepiscono conferiti di potere costituente e pertanto legittimati a resistere alle ingerenze dello Stato centrale in modo pacifico – per il momento, perché occorre valutare come si schiereranno i Mossos d’Esquadra, forti di almeno 14 mila unità.
I separatisti hanno scientemente radicalizzato lo scontro con Madrid per provocarne una reazione sproporzionata che ne intacchi la superiorità e la costringa a sedersi a un tavolo negoziale. Magari promosso dall’Ue (o da uno Stato membro), la quale tuttavia continua a fare orecchie da mercante.
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