La carta inedita della settimana rappresenta com’erano, all’epoca di Cristo, le terre che attualmente fanno parte di Israele, Palestina, Giordania, Siria e Libano.
La questione del riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele da parte degli Stati Uniti ha riportato al centro del dibattito il valore storico, religioso e geopolitico della città sacra alle confessioni cristiana, musulmana ed ebraica.
La mappa illustra l’ordinamento territoriale al tempo di Gesù. Sono disegnati i luoghi nei quali è citata la presenza di Cristo, dalla Natività a Betlemme fino alla Passione a Gerusalemme.
L’uso a scopi strategici della storia religiosa della Terrasanta non è una prerogativa esclusiva dello Stato ebraico e degli altri paesi mediorientali. Negli Stati Uniti, per esempio, è forte l’influenza politica della corrente fondamentalista evangelica, convinta dell’imminenza del ritorno del Figlio di Dio sulla Terra e dell’ineluttabilità dell’esistenza dello Stato d’Israele affinché si compia la profezia.
Il cristianesimo intrattiene una peculiare relazione con il territorio dov’è nato; ne ha scritto su Limes Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio:
“Il rapporto cristiano con le radici della propria fede si era concentrato sul Libro delle Scritture e sulla terra d’Israele, di Gesù, di Maria e degli apostoli. L’oggi del popolo ebraico non rappresentava le radici del cristianesimo. Al di là della stagione ambigua delle crociate, l’attrazione verso la Terrasanta, come la terra delle origini, aveva accompagnato secoli di storia cristiana. Dal 1333, nonostante il dominio ottomano, venne organizzata la Custodia di Terrasanta, una provincia francescana con il compito di vigilare sui luoghi santi cattolici e con un certo profilo internazionale.
Infatti la terra d’origine del cristianesimo con i luoghi santi principali di questa religione non è sotto dominio cristiano dalla conquista araba, ma – per usare la terminologia curiale – si trova in partibus infidelium. È una delle grandi differenze tra cristianesimo e islam (che non ha mai perso il controllo della Mecca e di Medina anche durante le fasi di decadenza).
È una diversità rivelatrice anche di un differente modo di concepire il rapporto con il potere civile: la creazione di uno Stato religioso è nei cromosomi dell’islam, ma non del cristianesimo che pure è anche costruttore di lunghi secoli di regime confessionale.
Tuttavia l’attrazione cristiana verso la terra delle origini è molto forte…”
Carta inedita di Laura Canali in esclusiva per gli abbonati a Limesonline.
Nessun commento:
Posta un commento