Nazionalizzando Saint-Nazaire, Parigi dimostra di non aver intenzione di cedere all’Italia lo scettro del consolidamento della cantieristica europea. Anche a costo di affondare la creazione di un polo europeo in grado di competere con i giganti asiatici. E di rischiare il collasso dei suoi stessi storici cantieri.
Con l’ordine di nazionalizzare gli storici cantieri della Loira di Saint-Nazaire, l’acclamato enfant prodige della politica franco-europea Emmanuel Macron ha scelto di scaricare una vera e propria bordata contro Fincantieri, uno dei leader indiscussi delle costruzioni navali occidentali sia in campo civile che militare.
Per il colosso italiano l’acquisizione di Stx France era un’occasione da non perdere: mettendo le mani sulla diramazione francese del conglomerato sudcoreano Stx Offshore & Shipbuilding, travolto dalla crisi del settore dei trasporti marittimi e sottoposto ad amministrazione controllata da un tribunale di Seoul, Fincantieri puntava a dare ossigeno a un processo di crescita che negli anni si era fatto sempre più impetuoso.
Grazie al suo forte radicamento nel segmento traghetti e navi da crociera, il costruttore di Trieste ha potuto schivare le conseguenze del tracollo della cantieristica navale mondiale (-73% nel 2016), che ha fatto vittime soprattutto in Corea del Sud e Giappone.
Oggi vanta oltre un centinaio di navi in portafoglio, 20 cantieri in quattro continenti con più di 20 mila dipendenti, consegne che arrivano al 2025 per quanto riguarda le navi da crociera. Mentre la qualità dei suoi prodotti militari le è valsa importanti commesse da parte della Marina militare italiana (11 navi) e di quella del Qatar (7 navi). Assieme ai britannici di Bae e agli spagnoli di Navantia, Fincantieri è stata inoltre ammessa alla selezione finale di Sea 5000, megacommessa da 25 miliardi di euro per la costruzione di 9 fregate alla Marina australiana.
Se è vero che i cantieri di Stx France sono specializzati proprio nella costruzione di navi da crocierae navi passeggeri – motivo per cui acquisirne il controllo avrebbe significato mettere fuori gioco un competitore sul lato civile – la crescita nel ramo militare degli ultimi anni è arrivata anche e soprattutto ai danni della Francia. Parigi ha cercato fino all’ultimo di ostacolare la commessa da 5 miliardi che la Marina del Qatar ha assegnato a Fincantieri, mentre nella gara australiana il progetto italiano è stato reputato più affidabile di quello transalpino, che non ha superato la prima selezione assieme a quello tedesco.
Italiani e francesi torneranno a sfidarsi anche in Canada, paese che ha necessità di rinnovare la propria flotta di superficie e che a questo proposito ha lanciato il più grande programma di costruzioni navali della sua storia (circa 25 miliardi di dollari per 15 navi). Ironia della sorte, Fincantieri e Dcns, il suo omologo transalpino che di recente ha mutato nome in Naval Group, partecipano a tali gare internazionali offrendo unità da guerra nominalmente diverse come le classe Bergamini e le classe Aquitaine che sono in realtà frutto dello stesso progetto congiunto italo-francese, quello delle acclamate fregate multimissione Fremm.
La controffensiva dell’Eliseo sui cantieri della Loira si spiega anche col loro valore strategico. Grazie a un accordo del 2008 con Dcns, Stx France è infatti l’unico cantiere di Francia in grado di costruire unità navali da oltre diecimila tonnellate (portaerei, portaelicotteri e navi da supporto logistico) destinate a soddisfare le esigenze della Marina militare francese come di clienti internazionali. È rimasto l’unico dopo la chiusura dell’arsenale di Brest, quello in cui è stata realizzata – non senza difficoltà – l’ammiraglia della Marine Nationale, la portaerei a propulsione nucleare De Gaulle.
Sulla Loira sono state realizzate le cinque grandi unità d’assalto anfibio classe Mistral: tre sono attualmente in servizio con la flotta francese, due con quella egiziana dopo il loro mancato trasferimento alla Russia per la crisi in Ucraina. Sempre i cantieri della Loira dovranno inoltre realizzare una nuova portaerei quando si renderà necessario ritirare la De Gaulle, un fattore che ne moltiplica enormemente la valenza.
Inoltre, negli anni Stx France ha saputo ritagliarsi un ruolo non meno importante in seno alle politiche navali francesi nell’ambito di attività lucrose e decisive come quelle che riguardano la manutenzione e l’ammodernamento delle unità della flotta, peraltro proprio ai danni di Dcns.
Cosa significa la mossa di Macron? La Francia non ha nessuna intenzione di cedere all’Italia lo scettro di paese-guida nel processo di consolidamento della cantieristica europea. Anche a costo di rischiare l’affondamento dei suoi storici e prestigiosi cantieri che, dopo il fallimento sudcoreano e l’uscita di scena di Fincantieri, restano privi di un valido partner industriale.
Il passaggio di Stx France nell’orbita del colosso italiano avrebbe messo in moto un significativo processo di riassetto dell’industria navale europea. Preparando il terreno a un possibile ampliamento della collaborazione Fincantieri-Dcns. E andando a costituire il nucleo di un polo capace di sfidare lo strapotere dei colossi asiatici nella cantieristica civile e di attrarre altri soggetti europei interessati al business delle costruzioni navali di tipo militare.
Nessun commento:
Posta un commento