DIBATTITO SU QUESTIONI INTERNAZIONALI PER UNA CITTA' INTERNAZIONALE

venerdì 9 maggio 2025

PORTO DI TRIESTE: LA “VIA DELLA SETA” CACCIATA DALLA PORTA RIENTRA DALLA FINESTRA GRAZIE AL “MIDDLE CORRIDOR” DELL’ASIA CENTRALE.

Il Middle Corridor

       L’ 8 maggio scorso presso la sede dell’ Autorità Portuale di Trieste, alla presenza  dell’ Ambasciatore del Kazakistan, di rappresentanti del Ministero dei Trasporti kazako e del presidente del porto di Aktau sul Mar Caspio, si è svolta la presentazione del Middle Corridor- Titr: grande arteria commerciale dalla Cina alla Turchia e all’Europa.

      Il corridoio commerciale, che attraversa l’Asia Centrale, era nato come articolazione della Belt and RoadVia della Seta cinese ed ha ora individuato come terminal europeo il Porto Franco Internazionale di Trieste, come aveva già fatto la Via della Seta, bloccata dall’intervento americano, ed anche il progetto Via del Cotone- Imec che invece è ancora in alto mare.
      Il Middle Corridor –Titr è già operativo e trasporterà quest’anno  5 milioni di tonnellate di merci per arrivare a 11milioni nel 2030 mentre la Via del Cotone-Imec è rimasta solo un’ idea astratta partorita a Washington con intenti  geopolitici di contrapposizione alla Via della Seta cinese ed è ancora totalmente priva di finanziamenti e progetti esecutivi, nonchè funestata da guerre in Israele e adesso anche India .

     Per quanto riguarda i finanziamenti infrastrutturali al Middle Corridor-Titr  perfino  la UE ha deciso di intervenire con 10 miliardi di euro come comunicato al vertice inaugurale dell’ Iniziativa UE-Asia Centrale, svoltosi il 3 e 4 aprile scorso a Samarcanda, in Uzbekistan.
     Il Middle Corridor –Titr attraversa in intermodalità nave/ ferrovia cinque Paesi – Cina, Kazakhistan, Azerbaigian, Georgia e Turchia – per approdare in Europa attraverso il Porto di Trieste in cui già arriva il petrolio kazako che rappresenta il 30% del greggio pompato da Trieste alla Germania, Austria e repubblica Ceca. Via ferrovia la merce arriva ai porti turchi dove trova l’ Autostrada del Mare gestita da Dfds e Grimaldi, efficiente e operativa da decenni, per approdare infine al Porto Franco di Trieste che lavora per il 90% con l’area centro europea e per il 60% smistando merci inoltrate sulle rotte con la Turchia.
     
         Ma il Middle CorridorTitr ha una carta in più: il raccordo con la Development Road che unisce il porto di Al-Faw sul Golfo Persico (dove possono approdare merci dall’Indo-Pacifico) con i porti turchi serviti dall’ Autostrada del Mare verso Trieste, attraversando l’ Iraq in ferrovia.

La Development Road      

La Development Road, già parzialmente operativa e finanziata con 17 miliardi, è fortemente voluta dalla Turchia che vede l’ ipotetica Via del Cotone- Imec come il fumo negli occhi perché verrebbe tagliata fuori dai i flussi di traffico deviati su Israele e Arabia, benvisti dagli USA per i loro progetti egemonici su quello che ormai chiamano Indo-Mediterraneo.
        Infatti questi corridoi commerciali vanno considerati anche per la loro notevole valenza geopolitica: dal punto di vista meramente commerciale queste nuove arterie multimodali nave / ferrovia, notevolmente più veloci ma anche molto più costose rispetto ai trasporti solo marittimi, possono rappresentare solo una frazione stimata intorno al 15% dei traffici via mare perché convenienti solo per le merci molto urgenti. E’ assurdo pensare che possano sostituire completamente la rotta di Suez da tempo parzialmente bloccate dall’ attività degli Houthi sul Mar Rosso legata all’ intervento israeliano a Gaza.
      Il Middle Corridor –Titr rappresenta un fattore importante di sviluppo e coesione dell’Asia Centrale che, essendo principalmente turcofona, favorisce l’affermazione della Turchia come polo centrasiatico di un nuovo ordine multipolare. Così come contrasta il “disaccoppiamento” tra Europa e il resto orientale dell’Eurasia, Cina in particolare, perseguito dagli Stati Uniti.
     Inoltre con il raccordo con la Development Road,  che ha un terminal sul Golfo Persico, favorisce l’ integrazione anche dell’ India in questo contesto. Quella stessa India che gli americani corteggiano intensamente sperando di staccarla da Russia e Cina per integrarla con Israele e Arabia Saudita tramite la Via del Cotone-Imec.  Purtroppo per gli Stati Uniti si tratta di un progetto disfunzionale e commercialmente fallimentare destinato a restare nel mondo delle chiacchiere dei politici.

Netanyahu all' ONU presenta il cartello con la  Via del Cotone  "La Benedizione"

      E’ economicamente assurdo, ma geopoliticamente comprensibile vista la dipendenza dagli USA, che il Governo Meloni sia particolarmente preso dalla narrazione americana sulla Via del Cotone Imec facendone un tema importante della sua politica estera. Il ministro degli esteri Tajani ha annunciato per l’autunno prossimo a Trieste un summit dei ministri degli esteri dei paesi coinvolti, allargato ai paesi del Trimarium, baltici e polacchi in testa, evidenziandone così la valenza geopolitico-militare per il rafforzamento del fianco est della Nato.
     Questa postura del governo italiano contiene il grande rischio di isolamento del paese dagli indispensabili  traffici con la parte orientale e centrale dell’ Eurasia e di sottovalutazione dell’ importanza del Middle Corridor –Titr concentrandosi invece  sui miraggi della Via del Cotone – Imec  per scelta ideologica filoamericana.
     Meglio sarebbe sviluppare i rapporti con la Cina e riprendere quelli con la Russia, visto che le loro navi non sono attaccate dagli Houthi e possono mantenere e sviluppare la fondamentale rotta attraverso Suez e il Mar Rosso che continua a rimanere precaria per gli altri.

Paolo Deganutti

Articolo per la rivista "Pluralia" pubblicato in Italiano, Inglese, Cinese e Russo.






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