PER TRATTARE BISOGNA RICONOSCERE LE RAGIONI DELL’ AVVERSARIO
Tra le numerose analisi fornite dagli esperti che in TV hanno sostituito i virologi non si è sentito parlare di “Accesso ai Mari Caldi”: un tema fondamentale per comprendere la politica estera russa.
L’ offensiva russa in Ucraina si sta
sviluppando velocemente sulla costa mentre è in stand-by all’ interno: non è un
caso anche se i giornalisti occidentali si sorprendono perché non conoscono
storia e interessi geopolitici russi.
E’ necessario anzitutto approfondire le
origini e le ragioni storiche che hanno attratto la Russia nell’ area mediterranea.
Infatti, già nel 1400, l’Impero russo
considerava l’accesso al Mediterraneo condizione fondamentale per assicurarsi
un ruolo di potenza protagonista sullo scacchiere globale.
Obiettivo primario della politica estera russa era dunque quello di ottenere
uno sbocco nelle acque calde e navigabili, attraverso un processo a tappe.
In quest’ottica era fondamentale il controllo degli stretti e, in particolare,
del Bosforo e dei Dardanelli, al tempo territorio dell’Impero Ottomano, potenza
in lento ma inesorabile declino.
L’accesso ai mari caldi rispondeva a due
bisogni vitali, legati a una ragione commerciale e un’altra militare.
La prima motivazione, prettamente
economica, era connessa alla necessità per la Russia di garantire alla propria
flotta mercantile rotte di commercio sicure e fruibili tutto l’anno, senza
dover attraversare le gelide acque del Mar Baltico e dell’Oceano Artico.
La seconda ragione era invece legata a
motivi di sicurezza e alla necessità di incrementare la presenza della flotta
militare e la capacità di proiezione verso l’esterno dell’Impero.
Tra il 1700 e il 1900 la questione degli
stretti rappresentò una delle maggiori cause di frizione tra l’Impero Russo e
le altre potenze europee e in particolare con la Gran Bretagna, potenza
marittima al tempo incontrastata, che non aveva intenzione di condividere il
Mediterraneo e le sue rotte commerciali privilegiate con San Pietroburgo.
In epoca sovietica la pressione di Mosca è poi aumentata con tentativi di raggiungere il Canale di Suez, corridoio principale verso le rotte commerciali internazionali e, soprattutto, verso l’Oceano Indiano.
Come è noto attualmente il Mediterraneo
è diventato nuovamente cruciale grazie anche alle rotte tra Europa, Cina e Asia
orientale ed anche grazie alle “Nuove Vie della Seta”.
La Russia è stata privata dello sbocco al Mediterraneo attraverso i principali porti commerciali e/o militari (Odessa, Sebastopoli, Mariupol) con la costituzione
della Ucraina trenta anni fa dopo il crollo dell’ URSS, compreso il porto e
base militare di Sebastopoli in Crimea che sotto sovranità ucraina erano
rimaste solo temporaneamente in affitto.
La cosa poteva restare sopportabile per
i Russi fino al 2014 quando in Ucraina vi fu il colpo di stato contro il
filorusso Yanucovich in seguito a una delle “Rivoluzioni Colorate” (detta Euromaidan) che tutti
gli analisti concordano essere state fomentate soprattutto dagli USA nei paesi della
ex-URSS analogamente a quanto avvenuto con le “Primavere Arabe” finite in un disastro (vedi Libia, Siria ecc.).
Il nuovo potere nazionalista ucraino ha messo in Costituzione l’ adesione alla
NATO che la Russia percepisce non come una alleanza difensiva ma aggressiva nei
suoi confronti.
In effetti nel 1998 la NATO intraprese
azioni di bombardamento contro la Serbia, alleata di Mosca, nell’ ambito della
“guerra del Kosovo” che era stato riconosciuto indipendente dagli USA, malgrado
nessuno dei paesi dell’ area fosse aderente alla alleanza difensiva
nordatlantica.
Le regioni del Donbass nel 2014 si
ribellarono al nuovo corso nazionalista dando vita a due repubbliche
indipendenti russofone, che Kiev ha cercato di reprimere con una guerra che
dura da 8 anni provocando 14.000 morti e due milioni di profughi, mentre la Russia le ha riconosciute
soltanto negli scorsi giorni.
Ma il tema geopolitico di lungo periodo continua ed essere l’ “Accesso ai Mari
Caldi”.
Si può privare un paese sterminato e con
una lunga storia imperiale come la Russia dello sbocco al mare che
tradizionalmente ha posseduto senza che questo tenti di riconquistarlo?
Infatti la Russia prima si è ripresa la
Crimea con il suo porto strategico di Sebastopoli, è ora avanza rapidamente
lungo la costa del Mar Nero da Mariupol (strategico per i rifornimenti di ferro
all’ Occidente – vedi acciaierie di Pittini a noi vicine) fino a Odessa.
ODESSA PORTO “GEMELLO” DI TRIESTE
Odessa, città cosmopolita, fu fondata
nel 1794 dall’Impero Russo, divenne Porto Franco nel 1819 e fu terminal di
partenza dal “Granaio d’ Europa” ucraino dei traffici di cereali per la
Mitteleuropa.
Il terminal di arrivo fu Trieste, Porto Franco che soppiantò Venezia.
Odessa fu teatro dei primi moti della Rivoluzione Russa: nel
1905 vi fu la rivolta immortalata nel celebre film “La Corrazzata Potëmkin” dove la scena madre è girata sulla monumentale scalinata costruita con i “masegni” di arenaria provenienti da Trieste.Celebre fu purtroppo anche il “Massacro
d'Odessa”: lo sterminio di larga parte della popolazione ebraica della città
ucraina di Odessa avvenuto tra il 22 e il 24 ottobre 1941, quando, come
rappresaglia per un attentato contro le truppe di occupazione tedesche e
rumene, un numero compreso tra 25.000 e 34.000 ebrei vennero uccisi a colpi di
arma da fuoco o bruciati vivi dalle forze di occupazione sostenute dalle
numerose milizie collaborazioniste ucraine.
Infatti in Ucraina occidentale vi fu una
ampia adesione al nazismo grazie a Stepan Bandera fondatore dell’ "Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini" (OUN) e fondatore dell' "Esercito
Insurrezionale Ucraino" (UPA) macchiatosi di orrendi crimini.
Alcuni aderenti a queste formazioni naziste ucraine hanno operato anche nella
Risiera di San Sabba di Trieste inquadrati nelle temute SS ucraine - Waffen-Grenadier-Division der SS (ukrainische Nr. 1) - vedi Ivan Demjanuc imputato al processo.
Gli eredi ed emuli di questi delinquenti hanno costituito nel 2014 il Reggimento Azov (circa 2.500 effettivi) che insieme a Pravyj Sektor (quasi 10.000) è nato per combattere gli indipendentisti del Donbass dopo aver partecipato alla seconda “rivoluzione arancione” di piazza Euromaidan.
L'Azov è composto per la maggior parte da volontari,
provenienti da partiti e movimenti politici legati all'estrema destra ucraina e integrati da volontari d'ispirazione nazifascista e neonazista provenienti anche da diversi paesi europei tra cui Italia, Francia, Spagna e Svezia: è un reggimento di forze speciali e viene addestrato da istruttori Nato, ma ha mantenuto le insegne che ricalcano gli emblemi delle SS naziste sopra al cosiddetto sole nero, un altro simbolo caro a Hitler.Mentre Pravyj Sektor si rifà direttamente al collaborazionista nazista Stepan Bandera il cui compleanno l’ Ucraina festeggia come Festa Nazionale dal 2018 diventando l' unico paese al mondo che celebra con una Festa Nazionale un collaborazionista nazista.
Nell'aprile del 2014, queste milizie furono regolarmente autorizzate dal Ministro
dell'Interno Arsen Avakov, permettendo conseguentemente la costituzione di
reparti paramilitari per un totale di circa 12.000 uomini, affiancandoli
all'esercito regolare inquadrandoli nella Guardia Nazionale.
Adesso sembra siano operativi soprattutto a Mariupol e Odessa, porti strategici.
Odessa è nota anche per la “Strage di Odessa", il massacro avvenuto il 2 maggio
2014 ad Odessa presso la Casa dei Sindacati ad opera di estremisti di destra,
neonazisti e nazionalisti filo occidentali ucraini ai danni dei manifestanti
sostenitori del precedente governo filo russo (42 morti).
E’ SAGGIO INVIARE ARMI IN QUESTO CONTESTO?
Chi le usera’? Compresi i micidiali missili portatili americani
“Jevelin” ? (vedi foto a fianco di un meme ucraino).Putin è quello che tutti sanno da anni,
non da oggi, ed è inutile meravigliarsi.
Ma per fermarlo non c’ è altra strada che
armare ulteriormente questa gente e avviare sanguinosissimi scontri casa per casa ?
Forse è il caso di evitare ragionamenti e comunicazioni iperemotivi che parlano solo alla pancia delle folle.
LA VIA DELLA TRATTATIVA:
TRIESTE CITTA’ DI PACE E PORTO FRANCO INTERNAZIONALE.
E’ urgente muoversi in questo senso
prima che la situazione internazionale precipiti: non solo tra belligeranti ma
coinvolgendo persone e paesi terzi.
Sono molto interessanti le proposte di
coinvolgere come mediatori paesi come la Cina e personalità come Angela Merkel.
Forse Trieste - tuttora Porto Franco Internazionale - per la sua travagliata storia che ha anche visto i triestini che hanno combattuto nell' esercito austriaco impegnati col '97° in Galizia presso Leopoli, per i suoi rapporti con Odessa e per
aver già ospitato un vertice con Putin, può proporsi come sede neutrale delle
trattative e dei colloqui di pace.
Paolo Deganutti
Dichiarazione di SERGEI KOROTKIKH esponente del BATTAGLIONE AZOV a Il Giornale 5/3/22
“…capaci
di utilizzare le numerosi armi che stiamo ricevendo dall'Europa.”
il testo (interessante) non menziona le truppe russe senza mostrine, che molti affermano abbiano partecipato alla rivolta/occupazione delle due autoproclamate repubbliche del Donbass. Commento?
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