DIBATTITO SU QUESTIONI INTERNAZIONALI PER UNA CITTA' INTERNAZIONALE

sabato 18 luglio 2020

UNA VIA D'ACQUA TRA MAR BALTICO E MAR NERO - I canali navigabili della waterway E40 tra Polonia, Bielorussia e Ucraina - Investitori olandesi stanno esplorando la possibilità di collegare la E40 alla E70, via d’acqua che collega Rotterdam alla Polonia

Un’infrastruttura pensata anche in funzione antirussa.

La carta inedita a colori della settimana è sul progetto infrastrutturale della via d’acqua E40 tra Polonia, Bielorussia e Ucraina, contraltare eurorientale al grandioso piano russo di portare la città di Mosca ai mari.

La E40 dovrebbe collegare il Mar Baltico e il Mar Nero sfruttando il corso della Vistola fino a Varsavia e quello del fiume Bug fino a Brest (in Bielorussia), scavando un canale fino a Pinsk, immettendosi nel Pryp’jat’ e dal confine con l’Ucraina in poi discendendo il Dnepr sino all’estuario meridionale, per un tracciato di circa 2 mila chilometri.

La E40 non è inserita nei progetti dell’Iniziativa dei Tre Mari (Trimarium), consorzio tra i 12 membri orientali dell’Unione Europea ideato proprio per aumentare i collegamenti infrastrutturali energetici e viari tra questi paesi. Il motivo è essenzialmente che Ucraina e Bielorussia non fanno parte dell’Ue e l’unico membro che ne trarrebbe beneficio sarebbe la Polonia. Tuttavia, il risvolto geopolitico che la caratterizza la rende pienamente in linea con la strategia che sottende il Trimarium. Poiché esattamente come quest’ultimo, anch’essa nasce per sganciare gli ex satelliti dell’Urss dalla dipendenza russa.

Il progetto risale a fine anni Novanta; fu inserito nel Partenariato orientale dell’Ue e persino celebrato nei francobolli ucraini. Per anni è rimasto inattivo, finché nel 2019 qualcosa è tornato a muoversi.

La Bielorussia ha riaperto il dialogo, una delle tante mosse di Minsk per ridurre l’influenza della Russia. Kiev ha dirottato verso la costruzione di canali fondi destinati alle autostrade. Varsavia ha iniziato a cercare sui mercati i 20 miliardi di dollari che si stima servano per il canale del Bug. Sono stati contattati istituti di credito tedeschi e cinesi. La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo e la Banca europea per gli investimenti hanno segnalato un iniziale interesse e alcuni investitori olandesi stanno esplorando la possibilità di collegare la E40 alla E70, via d’acqua che collega Rotterdam alla Polonia attraversando la piana settentrionale europea. In questo modo i neerlandesi rafforzerebbero il loro ruolo di porta d’accesso delle rotte fluviali interne al Vecchio Continente.

A ingolosire gli strateghi è anche la possibilità di condurre navi da guerra dal Baltico nel cuore dell’Europa, aggirando i Dardanelli e la relativa convenzione di Montreux che vieta di schierare flotte oltre un certo lasso di tempo nel Mar Nero. Il sogno sarebbe di avvicinare il contenimento navale al confine della Russia, relativizzando il suo controllo pressoché totale sul bacino eusino. Non si considera tuttavia la vicinanza all’imbocco della E40 di Kaliningrad, avamposto di Mosca sul Baltico armato fino ai denti.

Oltre agli aspetti finanziari, tre sono gli ostacoli di fronte alla E40. Il primo è l’impatto ambientale dell’opera, che attraverserebbe alcuni siti protetti e che ha fatto sollevare l’opposizione di diversi attivisti. Il secondo è Chernobyl, che sorge lungo il percorso tra il confine bielorusso e Kiev. La contaminazione attorno all’ex centrale nucleare sovietica esplosa nel 1986 è ancora elevatissima, come dimostra l’allarme dei mesi scorsi per gli incendi nei pressi del sito. Il terzo è la portualità fluviale, complessivamente assai sottosviluppata.

Molto promettente a livello strategico, problematica nella sua realizzazione, la E40 è un buon esempio del limbo in cui si trovano i progetti infrastrutturali nell’Europa di mezzo. Il cosiddetto cordone sanitario, composto dai paesi a ridosso della frontiera con la Russia che la dovrebbero contenere, è animato da molte ambizioni. Ma senza il decisivo sostegno politico e finanziario degli americani si fatica a concretizzare i sogni più sfrenati.

Testo di Federico Petroni.
Inedito a colori di Laura Canali in esclusiva su Limesonline.

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