IN ARANCIONE LA MITTELEUROPA
La sfera d’influenza geoeconomica di Berlino
Dopo la sconfitta nella seconda guerra mondiale – al termine della quale il paese stesso è stato diviso fino
al crollo del muro
di Berlino – la Germania ha esplicitamente rinunciato a una proiezione geopolitica basata sulla forza.
La stessa architettura comunitaria, con il mercato unico e poi con l’euro, serviva a tenere
agganciati i tedeschi all’Occidente e a imbrigliare Berlino per
impedirle di riemergere come egemone continentale.
Ma il peso specifico della Germania e la debolezza degli altri Stati
europei, emersa con la crisi del 2008-9, le hanno riattribuito un ruolo di primo piano.
Oggi, Berlino può essere intesa come una potenza geoeconomica, circondata di satelliti che
partecipano alla filiera della produzione industriale tedesca, offrono mercati
per assorbire il suo cospicuo surplus commerciale e intrattengono con essa
fitte relazioni finanziarie.
Questa sfera d’influenza abbraccia la Mitteleuropa (Svizzera, Austria, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria,
Slovenia e Croazia), le sue appendici olandesi e altoatesine, oltre alle
regioni e ai paesi legati da una stretta interdipendenza economica (Nord
Italia, Catalogna, Belgio, Danimarca, Svezia e Finlandia).
Non c’è solo l’economia: anche la lingua crea legami nell’estero vicino. Il tedesco è idioma ufficiale in tre paesi (Austria e Svizzera, oltre
ovviamente alla Germania) ed è insegnato ad almeno il 25% degli studenti nelle
scuole di Danimarca, Belgio, Paesi Bassi, Polonia, Estonia, Lettonia,
Repubblica Ceca, Slovacchia, Bulgaria, Ungheria, Croazia e Slovenia.
Questi fattori giocheranno un ruolo cruciale, se davvero nei prossimi mesi verrà formalizzata l’Unione Europea a
più velocità sulla scia di quanto auspica Angela
Merkel. Il processo di riorganizzazione dell’architettura
comunitaria potrebbe creare nuovi sottoinsiemi di Stati.
Il risultato più immediato sarebbe un più netto limes fra
Europa del Nord e del Sud.
La posizione di Trieste
La posizione di Trieste
Limes o linea di faglia
geopolitica tra Europa del Nord e del Sud su cui è situata Trieste, nata e cresciuta intorno ad un Porto
Franco Internazionale che tuttora lavora per il
90% con l’ entroterra mitteleuropeo e solo per il 10% con l’ Italia e che
tramite lo strategico Oleodotto SIOT fornisce il 40% del fabbisogno petrolifero della Germania (il 100% della Baviera e del Baden-Württemberg), il 90% dell’Austria e oltre il 30% della Repubblica Ceca.
Il Porto Franco di Trieste diventerà sempre più importante per l’ Europa e
la Germania stessa mano a mano che si paleseranno i due grandi problemi dei
porti del Nord: la congestione crescente soprattutto del traffico ferroviario e
la difficoltà sia di accessibilità nautica che di uso della fitta rete di
canali navigabili a causa della siccità legata ai cambiamenti climatici, un fattore che già adesso si fa sentire molto sulle vie d’ acqua in
cui transitano gran parte delle loro merci.
Trieste è invece collegata con una fitta
rete ferroviaria ereditata dall’ Impero Asburgico: la linea con Vienna è del 1857 e i viadotti costruiti allora dal geniale
ingegnere Karl von Ghega sono tuttora utilizzati.
Ed ha banchine direttamente sul mare con fondali profondi a differenza, ad esempio, di Amburgo che si trova sul fiume Elba e i cui fondali risentono della portata fluviale che la siccità riduce.
Vantaggi competitivi che si aggiungono al regime di Porto Franco (ribadito nel trattato di Pace del 1947 e pertanto riconosciuto dall’ Europa) che faciliterà insediamenti industriali anche di reshoring (rientro post Covid-19 dalle delocalizzazioni).
E’ di questi giorni la notizia che Il Porto di Duisburg in Germania, considerato il più grande scalo interno del mondo e snodo strategico della logistica europea, investirà nel Porto di Trieste, rilevando una quota del suo interporto.
Duisport utilizzerà l’ interporto triestino per il trasporto su gomma, ma il reale interesse risiede altrove, ovvero nell’ utilizzo dei magazzini del Punto Franco (FreeEste) presso Bagnoli della Rosandra e guardando anche al futuro dello sviluppo dell’interporto ferroviario di Cervignano (nuovamente, sono le ferrovie il reale interesse per gli austro-tedeschi).
Ed altre importanti notizie su investimenti internazionali sono state annunciate per le prossime settimane dall' Autorità Portuale.
L’ interesse tedesco per Trieste è ormai palpabile così come a Trieste è vivo il mito delle città–stato portuali come
Amburgo che tuttora hanno uno status di Stato federato alla Germania.
La prima parte del testo è di Federico Petroni e la cartina è di Laura Canali pubblicati entrambi su Limes On Line il 24/2/2017 mentre l' integrazione su Trieste è di Paolo Deganutti pubblicata il 3/7/2020.
La cartina della rete ferroviaria del Porto di Trieste è dell' Autorità Portuale
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