La grande isola tropicale di Hainan affacciata sul conteso Mar Cinese Meridionale dovrebbe diventare una zona di libero scambio entro il 2020.
di
La provincia di Hainan, comprendente l’omonima isola, è la più piccola e più meridionale della Repubblica Popolare e in futuro potrebbe rappresentare un laboratorio privilegiato delle riforme economiche cinesi. Pechino intende trasformarla in un centro finanziario e commerciale istituendo una nuova zona di libero scambio che favorisca gli investimenti stranieri e un porto franco in cui i beni possano essere esportati, importati, prodotti e gestiti senza il diretto intervento della dogana.
Boao, lungo la costa orientale dell’isola, ospita dal 2002 il Boao Forum for Asia (Bfa): un evento internazionale cui partecipano politici e uomini d’affari provenienti da tutto il mondo. La “Davos d’Asia” è uno dei primi strumenti con cui la Cina ha cercato di fornire una visione della globalizzazione alternativa a quella plasmata dagli Stati Uniti. Pechino ha proposto un incontro tra Xi Jinping e Donald Trump a margine dell’edizione di quest’anno (26-29 marzo) per risolvere i negoziati commerciali in corso tra Repubblica Popolare e Usa, ma il vertice non è stato confermato.
Hainan, definita “Hawaii della Cina” per il clima tropicale e le belle spiagge, ha anche un grande valore strategico. L’isola infatti ospita una importante base militare e si affaccia sul Mar Cinese Meridionale, la cui sovranità è contesa tra Cina, Vietnam, Filippine, Malaysia, Indonesia, Brunei e Taiwan.
Tali fattori rendono Hainan un tassello chiave della geopolitica cinese.
Lo Stretto di Qiongzhou, che divide Hainan dal Guangdong, è largo solo 30 chilometri. A ovest, il golfo del Tonchino, ampio circa 300 chilometri, separa l’isola dal Vietnam.
Hainan è diventata una prefettura cinese durante la dinastia Qin (221-206 a.C.) e in quella Han (202 a.C.-220 d.C.) è entrata a far parte definitivamente dell’Impero del Centro creato da Qin Shi Huang. In quanto propaggine meridionale più remota del paese, l’isola è stata per diverso tempo un rifugio per coloro che fuggivano dalle guerre in corso nell’heartland cinese e luogo di esilio per i criminali e i funzionari caduti in disgrazia.
Dal 1912, l’allora Repubblica di Cina ha amministrato Hainan con il nome di Qiongya, conferendogli una certa autonomia. Durante la seconda guerra sino-giapponese (1931-1945), le truppe nipponiche hanno invaso l’isola. I nazionalisti del Kuomintang l’hanno ripresa nel 1945 e cinque anni dopo sono stati sconfitti dai comunisti guidati da Mao Zedong. Hainan è diventata una provincia a sé stante della Repubblica Popolare Cinese nel 1988, dopo che è stata separata dal Guangdong.
Nell’ambito della politica di “riforma e apertura” promossa quarant’anni fa da Deng Xiaoping, Hainan è diventata la zona economica speciale (Zes) più grande della Repubblica Popolare. Lo scopo delle Zes era favorire l’apertura dell’economia cinese al resto del mondo. All’inizio, queste si concentravano lungo la costa della Repubblica Popolare, alimentando tuttavia il divario di ricchezza con l’entroterra. Pechino ha poi favorito la loro creazione in luoghi più periferici, inclusa Hainan.
Eppure nell’ultimo decennio l’isola ha ricevuto poco sostegno dal governo centrale e non ha retto la competizione con le altre Zes. Tra il 2012 e il 2017, la provincia ha attirato investimenti esteri per 10 miliardi di dollari, solo l’1,5% del totale accumulato dalla Repubblica Popolare. L’economia di Hainan è cresciuta del 7,8% nel 2017, ma il suo pil è al momento tra i più bassi del paese e la sua popolazione è prevalentemente rurale.
Per Pechino, la provincia comprende ufficialmente gli arcipelaghi Paracel, Spratly e Zhongsha nel Mar Cinese Meridionale. Qui la Cina ha costruito diverse installazioni artificiali per scopi militari e civili. La loro amministrazione è stata assegnata alla prefettura di Sansha, creata nel 2012 sull’isola di Woody, una delle più grandi e sviluppate.
Sulla costa meridionale di Hainan si trova inoltre l’importante base navale di Yulin, che in futuro potrebbe ospitare anche i sottomarini balistici classe Jin. Se e quando Pechino riuscirà a prendere il controllo di Taiwan, le due isole costituirebbero uno scudo a protezione della costa meridionale cinese da potenziali attacchi navali da parte dei suoi rivali, a cominciare dagli Usa.
La zona di libero scambio
Durante l’edizione 2018 del forum di Boao, Xi Jinping ha annunciato che il progetto della zona di libero scambio di Hainan sarà completato entro il 2020.
Uno degli elementi chiave del piano sarà il porto franco, che diventerà pienamente operativo nel 2035. Ad Hainan, Pechino potrebbe consentire il libero accesso alle piattaforme digitali occidentali tradizionalmente censurate nella Repubblica Popolare (Google, Facebook eccetera). Il governo cinese vuole altresì valorizzare il turismo, probabilmente anche tramite l’introduzione delle corse dei cavalli e l’apertura di casinò. Dallo scorso anno ai visitatori di 59 paesi (Italia inclusa) non è richiesto il visto per l’isola a patto che viaggino con un tour organizzato e per un periodo massimo di 30 giorni. Nel 2020, Hainan dovrebbe accogliere 1,3 milioni di turisti stranieri.
Uno degli elementi chiave del piano sarà il porto franco, che diventerà pienamente operativo nel 2035. Ad Hainan, Pechino potrebbe consentire il libero accesso alle piattaforme digitali occidentali tradizionalmente censurate nella Repubblica Popolare (Google, Facebook eccetera). Il governo cinese vuole altresì valorizzare il turismo, probabilmente anche tramite l’introduzione delle corse dei cavalli e l’apertura di casinò. Dallo scorso anno ai visitatori di 59 paesi (Italia inclusa) non è richiesto il visto per l’isola a patto che viaggino con un tour organizzato e per un periodo massimo di 30 giorni. Nel 2020, Hainan dovrebbe accogliere 1,3 milioni di turisti stranieri.
In prospettiva, la zona di libero scambio dell’isola potrebbe produrre risultati migliori di quella di Shanghai e delle altre dieci presenti in Cina. La separazione fisica dal resto del paese consente a Pechino di gestire più agevolmente i rapporti con la base politica ed economica locale e di circoscrivere in maniera netta le sperimentazioni all’isola, evitando che queste influenzino la Cina continentale. A ciò si aggiunga che il progetto comprenderà tutta Hainan, grande oltre 35 mila chilometri quadrati, mentre le altre zone di libero scambio cinesi dispongono al massimo di 120 chilometri quadrati. Alcune zone dell’isola sono meno sviluppate di altre, quindi le sperimentazioni daranno indicazioni più affidabili circa l’impatto delle riforme economiche su contesti diversi. L’isola potrebbe beneficiare anche del ridimensionamento del ruolo di Hong Kong, uno dei principali poli finanziari e commerciali del paese. Il governo centrale sta progressivamente incardinando la regione ad amministrazione speciale nei meccanismi politici ed economici della Repubblica Popolare, per smorzarne le pretese democratiche.
Il governo centrale può usare la rivalità tra le diverse zone di libero scambio come leva negoziale nel dialogo con le amministrazioni locali circa l’implementazione delle riforme. Ad ogni modo, Hainan non gode di un centro economico affermato come Shanghai e Hong Kong. Inoltre, i porti dell’isola – Haikou, Yangpu e Basuo – accolgono insieme circa il 10% delle merci gestite da Shanghai. Il progetto del porto franco richiederà la costruzione massiccia di nuove infrastrutture logistiche e commerciali, una revisione della cornice legale, una sensibile riduzione dell’intervento governativo e misure per liberalizzare i tassi d’interesse e un minor controllo sui capitali.
Sullo sviluppo di Hainan potrebbe incidere il rallentamento dell’economia cinese, la cui crescita si attesterà quest’anno tra il 6,5 e il 6%. Il premier cinese Li Keqiang ha recentemente affermato che le priorità di breve periodo saranno la stabilità finanziaria del paese, la riduzione della popolazione rurale di almeno 10 milioni di persone, la creazione di 11 milioni di posti di lavoro nelle città, l’aumento del pil reale pro capite proporzionalmente alla crescita del paese. Inoltre, le importanti riforme economiche annunciate dal presidente cinese Xi Jinping per ora non si sono concretizzate, anche a causa delle lotte di potere interne al Partito. Lo stesso Xi ha anche chiarito più volte che il Partito comunista terrà saldamente le redini dell’economia.
Per queste ragioni, il processo di trasformazione di Hainan darà importanti indicazioni sul modo in cui Pechino intende dirigere l’evoluzione della Repubblica Popolare.
Come sempre Limes impareggiabile nella manipolazione occulta ma non troppo della sua guerra,occulta ma non troppo, alla Cina. Indovina per l'interessi di chi?
RispondiElimina