DIBATTITO SU QUESTIONI INTERNAZIONALI PER UNA CITTA' INTERNAZIONALE

domenica 12 febbraio 2017

A TRIESTE UNA VISIONE RIVOLUZIONARIA: CREAZIONE DI LAVORO COL RILANCIO DEI PUNTI FRANCHI, RETE FERROVIARIA FINO AL NORD EUROPA... LO DICE IL PROF. SERGIO BOLOGNA ESPERTO DI LOGISTICA DI LIVELLO MONDIALE.

"Oggi a Trieste l’immaginazione sembre salita al potere. «C’è una visione rivoluzionaria - commenta Bologna - che punta sull’occupazione, sui traffici intermodali con i treni di Trieste che ormai arrivano fino a pochi chilometri dal porto di Anversa, con il rilancio dei Punti franchi. Gli stranieri stanno per investire e i turchi lo stanno già facendo. Anche nel settore delle crociere alla fine Venezia dovrà arrendersi a Trieste».

Sono parole pesanti quelle pronunciate dal prof. Sergio Bologna considerato uno dei massimi esperti di logistica e di portualità.

Sono parole confortanti dopo le notizie dell' interessamento russo per la ferrovia del Porto di Capodistria.

Aggiungiamo che il quadro sarebbe certamente migliorato dalla realizzazione di una No Tax Area fiscale da aggiungere alla extraterritorialità doganale dei Punti Franchi: No Tax Area di cui si era parlato nel luglio scorso e cui l' Autorità Portuale aveva dato totale appoggio (vedi immagine in fondo).


Oggi un articolo del Piccolo parla della presentazione del nuovo libro di Sergio Bologna che è già stato presentato a Milano come segnalavamo l' altro ieri QUI.

Ecco il testo dell' articolo del Piccolo:

«Il modello innovativo di Trieste può sfidare la crisi dello shipping»

«Trieste si salverà dalla tempesta perfetta che si sta abbattendo sul mondo dello shipping». 
Lo sostiene il professor Sergio Bologna, e si tratta di un’affermazione di peso non certo perché Bologna stesso è triestino, ma perché è ritenuto uno dei principali esperti europei di logistica e dopo essere stato tra l’altro anche consulente in materia di trasporti di diversi governi, attualmente è anche presidente dell’Agenzia imprenditoriale operatori marittimi (Aiom) che si prefigge l’obiettivo di tutelare e promuovere gli interessi relativi ai trasporti marittimi e degli operatori del Friuli Venezia Giulia. La situazione internazionale, soprattutto per quanto riguarda il settore dei container, e più nel dettaglio il ruolo di Trieste anche in rapporto alla concorrenza di Venezia e di Capodistria saranno al centro la settimana prossima di due giornate di studi. Martedì alle 17.30 al teatro dei Fabbri in via dei Fabbri 2/a sarà proiettato il film “The forgotten space” di Allan Sekula e Noel Burch con l’introduzione di Elisa Grando in collaborazione con la Cappella underground. Mercoledì alle 17 nella sala Tessitori della Regione in piazza Oberdan 5 al centro del dibattito ci sarà il libro dello stesso Bologna intitolato “Tempesta perfetta sui mari. Il crack della finanza navale” (edizioni Derive approdi). Dopo la presentazione del presidente dell’Autorità di sistema portuale, Zeno D’Agostino, ne discuteranno con l’autore Vittorio Torbianelli (università di Trieste), Bruno Zuegg (Accademia del mare), Giulio Lauri (consigliere regionale) e Mario Sommariva (segretario generale dell’Authority). Il film “The forgotten space” è girato a bordo di una portacontainer Hanjin, la compagnia che occupava il settimo posto al mondo e che fallendo ha scoperchiato il vaso di Pandora di una crisi che è generale. «Il paradigma del container ha retto per 50 anni - scrive Bologna - ha avuto il suo momento di massima fortuna quando la Cina ha conquistato in rapida sequenza la leadership del commercio mondiale, ma con la crisi del 2008-2009 ha iniziato a incrinarsi e oggi possiamo ben definirlo un paradigma dimezzato. Sarebbe auspicabile che anche a Venezia se ne rendessero conto». Basta quest’ultima frasetta per affondare il porto off-shore per il cui progetto definitivo è già stato firmato il contratto. «Dubito che vi saranno investitori, ma una cosa è chiara - afferma Bologna - lo Stato non deve dare i soldi perché Venezia già così sta soffocando». Allora fa bene Zeno D’Agostino a non valutare un porto dal numero dei teu. «Benissimo - sottolinea l’autore - perché un porto si misura da tanti altri fattori, ad esempio dalla creazione di lavoro (nel libro c’è anche un’intervista a Sommariva sulla creazione dell’Agenzia del lavoro, un esempio a livello nazionale, ndr.). In passato si è sbagliato a voler concorrere con Capodistria comprimendo il costo del lavoro». Oggi a Trieste l’immaginazione sembre salita al potere. «C’è una visione rivoluzionaria - commenta Bologna - che punta sull’occupazione, sui traffici intermodali con i treni di Trieste che ormai arrivano fino a pochi chilometri dal porto di Anversa, con il rilancio dei Punti franchi. Gli stranieri stanno per investire e i turchi lo stanno già facendo. Anche nel settore delle crociere alla fine Venezia dovrà arrendersi a Trieste». (s.m.)


QUI SOTTO ALCUNI ARTICOLI USCITI A LUGLIO SULLA
NO TAX AREA


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