DIBATTITO SU QUESTIONI INTERNAZIONALI PER UNA CITTA' INTERNAZIONALE

martedì 4 luglio 2017

AUSTRIA-ITALIA: NON PASSA LO STRANIERO - Articolo di LimesOnLine sul ripristino dei controlli ai confini austriaci e la convocazione dell' ambasciatore - #TRIESTE E' NELLA CATENA DI VALORE CENTROEUROPEA: quali conseguenze per il Porto Franco Internazionale di Trieste che lavora al 90% con l' estero?


Pubblichiamo questo articolo appena uscito on line per gli abbonati di Limes.
L' articolo della redazione nazionale si conclude con questa osservazione:
"Dal canto suo, l’economia friulana è meno legata al mondo germanico: Germania e Austria rappresentano solo il 18% del commercio estero della regione (dati aggiornati al 3° trimestre 2015)"


Da Trieste dobbiamo osservare che la nostra città è invece pienamente inserita nella "catena di valore" dell' Europa Centrale (Mitteleuropa) non solo per via del Porto Franco Internazionale che da sempre lavora solo al 10% per il mercato italiano e per la rete di collegamenti che
riportiamo nuovamente e che in gran parte passano per la Pontebbana e per il valico di Tarvisio, dove adesso si rischiano rallentamenti, ma anche per i massicci investimenti tedeschi: ad esempio le assicurazioni Allianz.
Ancora una volta bisogna tener presente che Trieste non è il Friuli, piaccia o non piaccia.


Ecco l' Articolo di Limes nazionale:

AUSTRIA-ITALIA: NON PASSA LO STRANIERO
Il ripristino dei controlli frontalieri a causa della crisi dei migranti in questa carta inedita per Limesonline. di 

La frontiera tra Italia e Austria torna sotto pressione a causa della crisi dei migranti e del moribondo accordo di Schengen.
Il ministro della Difesa austriaco Hans Peter Doskozil ha dichiarato a luglio 2017 che Vienna reintrodurrà i controlli al Brennero e dispiegherà l’esercito a difesa dei confini se il flusso di migranti dal Mediterraneo non dovesse diminuire.

In seguito al corposo afflusso di persone sul suo territorio, già nel 2016 Vienna aveva annunciato una serie di misure restrittive: ripristino dei controlli alle frontiere, costruzione di barriere, tetti ai rifugiati da accogliere (37.500 nel 2016), espulsione per i 90 mila richiedenti asilo senza diritto attualmente nel paese.

Le mosse austriache avevano innescato operazioni speculari da parte dei paesi lungo la cosiddetta rotta balcanica. Questa nel frattempo è stata sigillata, intrappolando decine di migliaia di migranti nel nuovo ghetto d’Europa, la Grecia.

A febbraio 2016 Vienna aveva annunciato il ripristino dei controlli su 12 valichi di frontiera: 2 con l’Ungheria (Nickelsdorf e Hellingenkreuz), 6 con la Slovenia (Bad Radkersberg, Langegg, Lavämund, Bleiburg, il Karavankentunnel e il già controllato Spielfeld) e 4 con l’Italia. Una sospensione de facto di Schengen.

I varchi con il nostro paese interessati dalla misura erano il passo del Brennero, il passo Resia (in fondo alla val Venosta) e Prato alla Drava (al termine della val Pusteria) in Alto Adige, più Tarvisio in Friuli.

Finora, la rotta principale dei migranti sbarcati in Italia e diretti verso Nord è senza dubbio passata per il Brennero. Nel 2015, attorno a questo passo le associazioni di volontari hanno fornito assistenza a 27.311 persone; a parte un centinaio, tutte hanno poi sconfinato. Si stima che lo scorso anno circa 90 mila migranti abbiamo valicato quella frontiera.

Con la chiusura della frontiera, il mondo politico dell’area teme sia messa a repentaglio l’Euroregione tra Innsbruck, Bolzano e Trento, secata dal confine; gli amministratori locali sono spaventati dalla possibilità che si creino campi profughi attorno ai valichi sigillati.

Il mondo economico teme invece per i commerci e il turismo. L’associazione degli imprenditori dell’autotrasporto stima un aumento dei prezzi del 10% a causa delle code. Nel 2015, le maggiori destinazioni delle merci altoatesine sono state Germania (33,3%) e Austria (10,7%), due mercati che valgono 1,919 milioni di euro per i prodotti locali.

Dal canto suo, l’economia friulana è meno legata al mondo germanico: Germania e Austria rappresentano solo il 18% del commercio estero della regione (dati aggiornati al 3° trimestre 2015). Tuttavia, la frontiera di Tarvisio rileva per un altro fatto importante. Oltre a una rotta secondaria verso Nord, è anche una via di ritorno dei migranti da Germania e Austria: nelle prime 6 settimane del 2016, 966 persone sono state respinte dalle autorità italiane presso il confine friulano.

Testo di Federico Petroni basato su questo articolo di Paolo Mantovan.
Ultimo aggiornamento: luglio 2017.
Carta inedita di Laura Canali in esclusiva per gli abbonati a Limesonline.

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