DIBATTITO SU QUESTIONI INTERNAZIONALI PER UNA CITTA' INTERNAZIONALE

mercoledì 13 giugno 2018

LA QUESTIONE MIGRANTI RISVEGLIA I SEPARATISMI D'EUROPA - GLI EFFETTI DEL CASO DELLA NAVE "AQUARIUS" - L' ASSE SALVINI - SEEHOFER, IL BAVARESE MINISTRO DELL' INTERNO TEDESCO - Articolo di Federico Petroni su LimesOnLine


Il permesso negato alla nave Aquarius, concesso poi dalla Spagna, è valso al ministro dell’Interno Salvini una “lunga e cordiale telefonata” con il suo omologo tedesco Horst Seehofer. Il quale ha invitato a Berlino il leader della Lega per discutere una proposta comune sull’immigrazione in Europa.

Sarebbe però errato pensare che sia in costruzione un asse Roma-Berlino attorno al dossier migratorio. Seehofer è espressione della CSU, principale partito della Baviera, Land così orgoglioso della propria alterità da far preoccupare gli strateghi tedeschi di ulteriori velleità autonomiste. Peraltro, storicamente le autorità bavaresi coltivano particolari ed esclusive relazioni con l’Europa centrale (e con il Nord-Est italiano) e già in passato hanno stretto rapporti con la Lega Nord.

L’intesa Salvini-Seehofer va semmai letta come ulteriore avvicinamento alle posizioni (alcune, non tutte) del variegato blocco mitteleuropeo, un caleidoscopio in cui entrano fra le altre Polonia, Austria e Ungheria particolarmente critico verso l’Ue, non solo sull’immigrazione.

Seehofer ha infatti portato al governo in Germania il punto di vista, molto conservatore e protezionista, del proprio Stato sul tema dell’accoglienza. E sta cercando di imporlo ad Angela Merkel in una battaglia per un piano in 63 punti di riforma dell’immigrazione. In particolare, i due divergono sulla proposta di respingere ai confini tedeschi richiedenti asilo la cui domanda è stata inoltrata o respinta altrove. L’idea ha subito allarmato anche il cancelliere austriaco Kurz, che proprio oggi a Berlino incontrerà Seehofer per convincerlo a ritrattare e appoggiare invece l’agenda di Vienna, volta a indurire i confini dell’Ue con i Balcani extracomunitari, l’Africa e la Turchia.

L’immigrazione non allarga soltanto la faglia fra Baviera e resto della Germania. Ma viene impiegata da altri autonomismi in Europa per avanzare una propria soggettività e legittimità. Lo dimostra la stessa vicenda dell’Aquarius: fra i territori che si sono offerti di far attraccare nei propri porti l’imbarcazione c’erano anche Corsica, Paesi Baschi e Catalogna. Gli innegabili nobili intenti delle due comunità autonome spagnole celano non solo gli stessi obiettivi di immagine che ha perseguito il governo Sánchez, ma anche la volontà di riaffermare la propria identità rispetto al governo centrale di Madrid.

Ancor più esplicito è stato Gilles Simeoni, presidente del Consiglio esecutivo corso. Dichiaratamente intervenuto nella faccenda per rivendicare la Corsica come “attore autonomo” in grado di prendere decisioni sovrane. Simeoni ha esteso l’offerta prima di consultarsi con lo Stato francese, tanto da spingere la prefettura – organo che incarna l’autorità di Parigi – a esortarlo alla cautela, ricordandogli che la sua carica non aveva la competenza per un simile gesto.

Non è difficile annoverare questa mossa tra i fattori che hanno spinto il presidente Macron a denunciare il “cinismo” dell’Italia nella vicenda – oltre ovviamente alla necessità del capo di Stato transalpino di difendere le proposte in tema di immigrazione che presenterà al Consiglio Europeo il 28-29 giugno assieme alla Germania.



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