DIBATTITO SU QUESTIONI INTERNAZIONALI PER UNA CITTA' INTERNAZIONALE

martedì 24 ottobre 2017

CUORE E PERIFERIA VENETI: L' EPICENTRO DA CUI PARTE L' ONDATA AUTONOMISTA - Un articolo di LimesOnLine nazionale


Storia, lingua e nucleo geografico del senso di alterità del Veneto nell’inedito a colori della settimana.
La carta inedita della settimana è sul Veneto che, come la Lombardia, è chiamato alle urne per un referendum consultivo sull’autonomia.
Più che nella regione di Milano, è nel Nord-Est che si annida un profondo senso di alterità rispetto al resto del paese, di cui ha scritto su Limes Giovanni Collot:

“Il Veneto non si sente Italia. Fatto che esplode con regolarità in eventi spesso derubricati a folkloristiche manifestazioni di rivolta verso lo Stato centrale. Dalla mitologia del tanko portato dai Serenissimi alla conquista di Piazza San Marco, alla rivolta dei forconi del 2013, fino al referendum via Internet per l’indipendenza del 2014, questi eventi di cronaca testimoniano l’emersione carsica del subconscio del Nord-Est.

Questo sentimento di alterità soffre di uno strabismo evidente. Tanto manifesto a chiunque abbia vissuto o trascorso lunghi periodi in Veneto, quanto sostanzialmente non capito o sottovalutato nella sua portata a livello nazionale. Assimilandolo e riducendolo a mera protesta fiscale, si rischia di perdere di vista il contenuto profondo, ancestrale e pienamente eversivo della questione veneta.

Un’incomprensione favorita da un errore di fondo, spinto da tanta propaganda anche locale: le radici dell’indipendentismo non vanno cercate a Venezia. Per capire fino in fondo gli spettri che si agitano a nord-est bisogna fare come Parise: voltare le spalle alla Serenissima e al suo insieme di miti, e risalire la terraferma.

È in quel paesaggio senza centro e senza periferia, attraversato da fiumi, in cui si susseguono capannoni, villette, campagne, centri commerciali e rotonde senza soluzione di continuità; in quella terra racchiusa tra Padova, Vicenza, Mestre, Bassano e Treviso, dove trionfa la trinità «schei, territorio e famiglia», che bisogna cercare il vero cuore del Veneto. […]

Il dialetto veneto, o meglio, la łéngua vèneta, gioca un ruolo centrale in questo sviluppo dell’identità. Vera e propria lingua franca, nonostante le sue infinite varianti locali, anche diversissime, si presta a simbolo di unità popolare. Che trascende anche i confini della regione stessa, estendendosi a una koiné transfrontaliera. […]

Nella dialettica autonomistica, il Veneto e la łéngua vèneta sono legati da una connessione mentale e mistica. Un legame che, paradossalmente, si fa sempre più forte man mano che il veneto viene sempre meno praticato come prima lingua all’interno delle famiglie: libero dall’uso quotidiano e impoverito nelle sue varietà locali, il Veneto può finalmente diventare bandiera comune. Un’aura linguistica, non solo una lingua, che raccoglie in sé una comunità sfilacciata…”

Carta di Laura Canali inedita a colori per Limesonline.

Nessun commento:

Posta un commento