venerdì 17 aprile 2020

IL MONDO DIVERSAMENTE GLOBALE - Un editoriale di Laris Gaiser sul futuro di Trieste dopo il coronavirus pubblicato su Vita Nuova -


IL MONDO DIVERSAMENTE GLOBALE

di Laris Gaiser*

Trieste è da sempre legata a doppio filo alla drammaticità della Storia e dei suoi sconvolgimenti. Il carattere dei cittadini, le fortune e sfortune della città sono il risultato di accadimenti che hanno cambiato i destini dell’umanità.
Quaedam tempora eripiuntur nobis, quaedam subducuntur, quaedam effluunt (certi momenti ci vengono portati via, altri sottratti e altri ancora si perdono nel vento) scriveva Seneca a Lucilio. Ebbene la crisi del coronavirus che tutti noi stiamo vivendo in queste settimane rappresenta un fenomeno che porterà via tante (in)certezze a livello geopolitico e ridefinirà profondamente le relazioni economiche internazionali. Il virus rappresenta uno spartiacque storico che coinvolgerà, ancora una volta, Trieste, reimpostandone il destino. Dopo essere entrata in ibernazione storica, in seguito alle conseguenze di due guerre mondiali, la città stava negli ultimi anni rivedendo all’orizzonte il suo nuovo futuro. Non è riuscita ancora a carpirne bene i contorni, che questi sono stati sconvolti da una malattia malgestita da parte di un partito comunista intento a nascondere la verità al mondo per salvare se stesso. Ma gli eventi potrebbero portare alla fine benefici profondi alla città desiderosa di tornare ad essere il principale, ricco, porto dell’Europa centrale. Ciò che cambierà è il modo in cui tornerà ad esserlo, cioè in una maniera diversa da quella che stava impostando ovvero con partner diversi da quelli su cui stava puntando.
La chiusura forzata delle aziende cinesi ha reso coscienti le aziende occidentali che la catena di produzione, basata sull’elevata specializzazione e la fornitura logistica a livello globale, dovrà essere ripensata. L’interdipendenza di diversi settori produttivi da stabilimenti ubicati in giro per il globo ha generato in questi mesi forti ritardi e contraccolpi economici che saranno alla base dei futuri ripensamenti organizzativi del settore industriale occidentale, anche italiano. Tali ragionamenti, prediligendo la certezza della continuità della produzione, porteranno quasi certamente al potenziamento dei fenomeni di ritorno delle produzioni nel Paese d’origine ovvero nelle sue vicinanze. Se uniamo tutto ciò ad una pesante fase di recessione e disoccupazione che sarà comunque tanto più breve, quanto maggiore sarà la capacità delle economie di mantenere il potere d’acquisto delle famiglie durante il periodo di crisi, si delinea un quadro all’interno del quale assisteremo ad una ridefinizione
degli scenari internazionali che porterà molta meno confusione di quella a cui ci avevano abituato i decenni successivi al crollo della Cortina di ferro. Come diceva il Cancelliere von Metternich “nulla chiarisce meglio le idee della mancanza di opzioni”. Dal punto di vista geopolitico il coronavirus chiarirà, semplificherà, molte cose e questo sarà un bene per Trieste che riacquisterà con più facilità, ma soprattutto stabilità, il suo nuovo ruolo internazionale.
Le alleanze internazionali saranno ridefinite e le aspirazioni geopolitiche della Cina, Paese all’origine della pandemia globale, saranno fortemente ridimensionate a causa delle conseguenze economiche da esso stesso causate alle economie mondiali. Con la mancata azione socialmente solidale, nei primi giorni di crisi da coronavirus in Italia, l’Unione Europea si è autocondannata a sopravvivere per mera utilità mercantilistica anziché evolversi davvero in una comunità di destini. Da sola si è creata più danni di quanti possa imputarne a famigerati leader sovranisti ogni volta che tenta di nascondere le proprie mancanze. All’interno di tale contesto la macroregione dell’Europa centrale e balcanica, liberata sul medio termine dalla penetrazione cinese e ridivenuta uno spazio di vitale importanza per la stabilità globale a leadership americana, avrà ancora maggior bisogno di Trieste per respirare a pieni polmoni una volta che l’economia tornerà a camminare. Il mondo del dopo coronavirus tornerà ad essere globale poiché il mercato ha bisogno delle economie di scala per ripartire. Ma sarà un mondo diversamente globale. Le relazioni commerciali saranno reimpostate, quelle geopolitiche semplificate.

* docente di geopolitica e membro Itstime dell’Università Cattolica di Milano




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