sabato 1 luglio 2017

IL NUOVO GAS DEL MEDITERRANEO - Un articolo di Limes sui nuovi enormi giacimenti su cui lavora anche la SAIPEM con i robot della Base di Trieste



video sulla Base Saipem di Trieste

Le partite energetiche nei giacimenti del Mediterraneo orientale.


La carta inedita della settimana è sui giacimenti di gas nel Mediterraneo orientale ed è un’anticipazione dal prossimo numero di Limes intitolato Mediterranei, in uscita giovedì 6 luglio.



Le recenti scoperte energetiche nel Levante nelle acque di Egitto (Zohr), Israele (Tamar e Leviathan) e Cipro (Aphrodite) rendono tale bacino un importante teatro nel panorama del gas, con riserve provate di 3.500 miliardi di metri cubi (bcm) e stimate di 10 mila bcm.

Giampaolo Cantini e Michelangelo Celozzi ne illustrano gli scenari in un articolo sul prossimo numero di Limes:

“Per Israele e Cipro si prospettano tre opzioni: il collegamento ai terminali egiziani, per accedere al mercato regionale del gnl e in particolare al mercato italiano, con una interconnessione dei giacimenti del bacino; l’esportazione verso la Turchia, attraverso un gasdotto sottomarino (circa 600 chilometri, fondali non profondi) per integrarsi con la rete di gasdotti internazionali in fase di completamento (Azerbaigian-Turchia, Tanap attraverso la Turchia, Tap verso l’Italia), cui anche la Russia vorrebbe collegarsi (attraverso il futuro TurkStream); l’esportazione diretta verso l’Italia, attraverso un gasdotto di circa 1.900 chilometri (di cui 1.300 sottomarini) dal Leviathan ad Aphrodite e da lì alla Grecia continentale, via Creta.

La prima opzione è compatibile con la seconda e la terza. La seconda e la terza difficilmente potrebbero coesistere. Il ricorso ai terminali di gnl egiziani è l’opzione più percorribile, non appena i giacimenti entreranno in produzione. A tal fine Cipro e Israele hanno già concluso intese con l’Egitto, per creare una rete integrata di gasdotti sottomarini a livello di bacino.

La seconda opzione (gasdotto verso la Turchia) è tecnicamente ed economicamente fattibile (lunghezza, profondità dei fondali). Inoltre la Turchia è un forte importatore di gas (circa 48 bcm/a) e ha interesse a diversificare le importazioni (oggi dipendenti fortemente dalla Russia). Questa opzione è però condizionata dagli sviluppi dei rapporti turco-israeliani e in generale dagli orientamenti delle politiche di Ankara.

La realizzazione di un gasdotto Israele-Cipro-Turchia richiederebbe inoltre un accordo per una soluzione federale a Cipro (che permetterebbe un’intesa tra le due comunità sulla ripartizione delle risorse e delle rotte di transito dei gasdotti) e la capacità della Turchia di sviluppare un hub gasiero regionale (diversamente il gasdotto servirebbe quasi esclusivamente il mercato interno turco).

La terza opzione è oggetto di uno studio di pre-fattibilità del consorzio Igi Poseidon (composto da Edison e dalla compagnia greca Depa), con il contributo finanziario della Commissione europea. […]

L’Ue ha un ruolo chiave nello sviluppo del gas del Levante. Le importazioni europee di gas sono infatti stimate in crescita, per il maggior ruolo del gas nel mix energetico europeo e per la diminuzione della produzione interna (Norvegia, Regno Unito, Paesi Bassi). Rispetto ai 350 bcm/anno che l’Ue importa (che in periodi di crescita economica possono salire a 400-450 bcm/a), alcune stime valutano una domanda addizionale compresa fra 40 e 60 bcm/a.

Il gas del Levante potrebbe fornire un contributo alla copertura di tale domanda addizionale, prudenzialmente stimato in un ordine di grandezza di 20 bcm/a. Si tratterebbe di un contributo significativo, di per sé sufficiente a evitare il raddoppio del Nord Stream 2, equilibrando un eccesso di dipendenza dalla Russia tramite il mercato tedesco. La possibilità che il gas del Levante venga trasportato sui mercati Ue attraverso rotte e modalità complementari (gasdotti e gnl) costituirebbe un plus in termini di flessibilità e liquidità del mercato.”

L' INTERVENTO DI Massimo FONTOLAN della SAIPEM al nostro convegno dell' 11 aprile scorso


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