venerdì 16 giugno 2017

La sfida Usa-Germania arriva al gas della Russia (e Nord Stream) - Durissima protesta dei ministri degli esteri tedesco e austriaco alla minaccia USA di sanzioni alle imprese che partecipano alla costruzione del nuovo gasdotto che rifornirà l' Europa Centrale.


Da LimesOnLine

La sfida Usa-Germania arriva al gas della Russia (e Nord Stream)



“È nel comune interesse di Ue e Usa condurre azioni unite e risolute per risolvere il conflitto in Ucraina. Non possiamo però accettare la minaccia di sanzioni extraterritoriali illegali contro aziende europee che partecipano all’espansione delle reti di approvvigionamento energetico d’Europa! […]

Minacciare di imporre sanzioni su compagnie tedesche, austriache o di altri paesi europei e sui loro rapporti con gli Stati Uniti qualora partecipino o finanzino progetti relativi al gas naturale con la Russia, come Nord Stream 2, colpisce i rapporti euro-americani in modo molto negativo. […] è una questione europea, non degli Stati Uniti d’America! Decidiamo noi chi e come ci fornisce energia e lo facciamo basandoci sulla trasparenza e sul libero mercato”.

L’infuocato comunicato a quattro mani dei ministri degli Esteri di Germania e Austria aggiunge una nuova dimensione allo scontro fra Washington e Berlino.

In questo caso, l’oggetto del contendere è la proposta di legge del Congresso Usa di rafforzare le sanzioni contro Mosca. La bozza, approvata quasi all’unanimità in Senato e in attesa del voto della Camera, permette (fra le altre cose) all’esecutivo di colpire le imprese coinvolte in Nord Stream 2, il progetto di raddoppiamento del gasdotto che già unisce Russia e Germania passando sui fondali del Baltico. Nell’iniziativa sono coinvolte, oltre a Gazprom, Shell, l’austriaca OMV, la francese Engie e le tedesche Uniper e Wintershall.

La proposta di legge definisce Nord Stream 2 “deleterio per la sicurezza energetica dell’Unione Europea, gli sviluppi del mercato del gas in Europa Centrale e Orientale, le riforme energetiche in Ucraina”. Chiara l’eco delle lamentele sollevate dai paesi fra Mosca e Berlino, soprattutto da Kiev, timorosi di vedersi tagliati fuori dai lucrosi circuiti energetici da cui dipende il 30% del consumo di gas dell’Ue.

Da questa vicenda si possono fermare tre punti.

Primo, gli Usa sono più che mai impegnati – con tutti i centri nevralgici della propria geopolitica – nell’impedire alla Germania di raggiungere una posizione egemonica in Europa, di cui la centralità energetica garantita da Nord Stream 2 sarebbe un fattore importante. A maggior ragione se lo sforzo tedesco passa per un asse con la Russia e se la partita passa anche per l’export di gas naturale liquido statunitense verso il Vecchio continente.

Secondo, l’ostruzione statunitense configge Mosca in un ruolo antagonistico dal quale nemmeno il riavvicinamento vagheggiato dal presidente Usa la possono smarcare. Trump potrebbe porre il veto sulle sanzioni del Congresso, ma due fattori dovrebbero scoraggiarlo: l’inchiesta in corso sui suoi rapporti con la Russia e il fatto che la legge gli potrebbe essere presentata come prosecuzione della campagna anti-tedesca, da lui stesso ufficializzata poche settimane fa definendo “cattiva” la Germania.

Terzo, la Germania dispone di poche carte reali per consolidare la sua posizione al centro d’Europa. Oltre forse a Paesi Bassi, Belgio e Austria, gli altri paesi del suo estero vicino sono opposti a Berlino chi per un motivo e chi per l’altro (energia, migranti, Stato di diritto, austerità, russofilia, sicurezza, eccetera).

Allo scontro Washington-Berlino è dedicato il nuovo numero di Limes, Usa-Germania, duello per l’Europa.


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