venerdì 28 aprile 2017

TRIESTE E' IN TESTA TRA LE PROVINCE NELL' INTERSCAMBIO CON L' ECONOMIA TEDESCA - MAPPA INEDITA E ARTICOLO DI LIMES



E' uscito oggi su LimesOnLine un articolo con la mappatura delle aree italiane in base ai rapporti con l' economia e le imprese tedesche.
Trieste risulta in testa, e molto avanti il Friuli e il Goriziano, nonostante nel metodo di ricerca si valutino gli investimenti ma non si dia conto dei legami economici e strategici derivanti dalle merci in transito nel nostro porto che lavora al 90 % con l' estero.

In particolare per avere un quadro completo della dimensione geopolitica dei rapporti economici tra il mondo tedesco e Trieste andrebbe valutato anche il valore strategico dell' Oleodotto transalpino TAL/SIOT che da 50 anni pompa petrolio greggio dal Punto Franco Oli Minerali fino a Ingolstadt sulle rive del Danubio 
fornendo il 40 % del fabbisogno petrolifero della Germania (il 100% della Baviera e del Baden-Württemberg), il 90 % dell’Austria e oltre il 30% della Repubblica Ceca.


I rapporti economici tra le imprese tedesche e l' italia. 
Mappa inedita basata su uno studio di Limes e Unioncamere Emilia-Romagna.
di 


La carta inedita della settimana è sui rapporti economici fra Italia e Germania ed è l’esito di una ricerca condotta da Limes e Unioncamere Emilia-Romagna.

La mappa rappresenta un indicatore sintetico delle relazioni economiche delle province italiane con Berlino. L’indice effettua una media ponderata fra i rapporti commerciali, il numero delle imprese italiane che hanno acquisito partecipazioni di controllo in Germania e il numero delle società nostrane (e relativo fatturato) controllate da un azionista tedesco.

La Germania è il primo partner commerciale italiano con 112 miliardi di euro di interscambio nel 2016. È inoltre il secondo investitore estero per numero di società controllate nel nostro paese (2391, il 10,6% del totale. Secondo il Lussemburgo con 2407) e per fatturato controllato da un paese straniero (86 miliardi di euro, il 15% del totale. Secondi gli Usa con 93 miliardi).
È infine la terza destinazione dei nostri investimenti oltre confine: 3332 aziende tedesche hanno un azionista di riferimento italiano, contro le 3400 in Francia e le 5899 negli Stati Uniti.

L’influenza tedesca si esplica lungo i principali assi viari: dal passo del Brennero in Alto Adige fino a Firenze è possibile seguire il percorso delle autostrade A22 e A1, così come da est a ovest corre la A4, collegando il Veneto a Torino, passando per Milano.

L’incidenza del mercato tedesco è nettamente sbilanciata sul Nord. La Germania è primo investitore straniero in sole 12 province settentrionali su 47, ma in esse si concentra il maggior fatturato controllato dagli azionisti tedeschi (a eccezione delle acciaierie di Terni). Il Settentrione ospita l’85% delle imprese (2035) e l’87% del fatturato (75 miliardi) controllati dalla Germania in Italia.

A loro volta, gli investitori del Nord Italia hanno la Germania come terza destinazione preferita (2674 imprese con azionista di riferimento settentrionale); la precedono la Francia (2892) e soprattutto gli Stati Uniti (4320).

Nonostante la Germania figuri come primo investitore in alcune province centro-meridionali, l’entità del fatturato controllato non è lontanamente comparabile a quello del Nord: per esempio, la Germania controlla il 100% delle imprese con azionista estero della provincia sarda di Medio Campidano, ma queste hanno fatturato nel 2016 un totale di appena 479 mila euro.

Le maggiori società di proprietà teutonica o controllate da azionisti tedeschi hanno sede nel Nord Italia, soprattutto in Lombardia. Anche se a primeggiare per fatturato è Allianz, basata a Trieste, e Verona può vantare la presenza di Volkswagen e Lidl Italia.

Roma è l’unica provincia non settentrionale a figurare nella fascia più alta di incidenza del mercato tedesco – assieme a Firenze, la quale per contiguità territoriale è però inseribile nella sfera d’attrazione tedesca nordica. Nonostante vi abbiano sede attori importanti in campo automobilistico o assicurativo, la presenza teutonica nella capitale risponde però soprattutto a esigenze di rappresentanza politica.

Il tessuto manifatturiero e imprenditoriale del Nord Italia sarà dunque fisiologicamente portato a fare pressioni politiche su Roma per mantenere il paese dentro la sfera d’influenza tedesca, qualunque forma essa assumerà in futuro: Unione Europea, Kerneuropa o Europa a più velocità.

Testo di Federico Petroni.
Dati Istat e Bureau van Dijk elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna in esclusiva per Limes.

Carta inedita di Laura Canali in esclusiva per Limesonline completa:


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