lunedì 27 marzo 2017

ALTA TECNOLOGIA A TRIESTE, IN PORTO VECCHIO - I DRONI SUBACQUEI DELLA SAIPEM AL PUNTO FRANCO "ADRIATERMINAL"




L' Adriaterminal, tuttora Punto Franco in Porto Vecchio, ospita  una Base strategica della SAIPEM , leader mondiale nel settore delle perforazioni sottomarine, dove vengono assemblati e testati i più recenti prodotti dell' alta tecnologia subacquea, con importanti ricadute economiche e commesse ad aziende del territorio.

Ad esempio vi sono i robot che verranno usati nei prossimi mesi in Egitto per il più grande giacimento di gas mai scoperto.


La SAIPEM ha posto una Base a Trieste grazie al particolare regime di Porto Franco che consente liberamente e senza burocrazia le operazioni " estero su estero" che sono tipiche della sua attività.


Venerdì scorso il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo, che riportiamo sotto, sul più recente prodotto ipertecnologico: un drone per gli interventi subacquei chiamato HYDRONE che "
è in fase di test a Trieste".

Guardando dal Molo Audace verso Porto Vecchio si vede chiaramente la Base della SAIPEM: è dove sono posizionate le grandi gru gialle e azzurre.
Quello è l' Adriaterminal dove è ospitata anche la GMT (Genoa Metal Terminal) che fa anche attività di "borsa metalli e materie prime" grazie al regime di Punto Franco che tuttora permane sulla fascia costiera di Porto Vecchio che ospita non solo magazzini fatiscenti e bloccati da vincoli architettonici ma tuttora anche vitali attività d' avanguardia e finanziarie.

La SAIPEM sarà presente al nostro convegno (clicca QUI): 

Trieste e Le Vie Del Petrolio: Arabia, Trieste, Europa Centrale
Martedì 11 aprile alle ore 18
Sala Piccola Fenice, via S. Francesco 5, Trieste
Parteciperanno: 

ALESSIO LILLI General Manager TAL presidente e amministratore delegato della SIOT  di cui ricorre il Cinquantenario.
ZENO D’AGOSTINO presidente Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale.
Un rappresentante della SAIPEM, leader mondiale nelle perforazioni sottomarine (siamo in attesa di conoscere il nome del relatore).

Riportiamo sotto l' articolo del Corriere

Il drone marino che riparerà i gasdotti sott’acqua Saipem: «Il futuro è l’estrazione del petrolio sul fondo del mare»


MESTRE Droni pilotati a distanza, dove l’uomo non può arrivare: non su pianeti sconosciuti, però, bensì sul fondale marino. Sono i macchinari sviluppati nel polo di Marghera da Saipem, il colosso delle costruzioni di tubi sottomarini per il settore degli idrocarburi come petrolio e gas. Sonsub, l’azienda di innovazione della sede veneziana, è una fucina di gioielli tecnologici e ieri ha aperto le porte alla stampa per la prima volta: la punta di diamante del futuro prossimo è il progetto «Hydrone», un drone acquatico con bracci meccanici, pilotato dovunque via wifi e pensato per ridurre i costi e rendere autonoma la manutenzione degli impianti.
Non ci sarà più bisogno di una nave di supporto, a differenza del robot «Innovator 2.0», attualmente in uso per la costruzione dei condotti, che è vincolato a un cavo lungo oltre sette chilometri, con costi molto elevati. Ora «Hydrone» è in fase di test a Trieste e sarà lanciato nel 2019: «Si tratta del primo esemplare al mondo di questo tipo, interamente realizzato a Marghera - spiega Massimo Fontolan, vicepresidente di Sonsub - darà origine a una famiglia di modelli che limiteranno l’intervento umano e abbatteranno i costi per estrarre petrolio». Gli ingegneri della Saipem programmano anche il software dei mezzi, elaborati a partire dall’esperienza pratica: «Non abbiamo divisione tra operativi e ricercatori – prosegue Fontolan - chi propone idee sui progetti le matura usando le tecnologie sul campo». L’azienda punta a rivoluzionare il modo stesso di estrarre il petrolio, per rendere conveniente lo sfruttamento dei giacimenti anche se il prezzo scende: «A lungo termine il futuro è spostare tutto il processo, dalla trivellazione al trattamento delle sostanze, sul fondo del mare», sottolinea Fontolan.
La tecnologia «Springs», sviluppata in collaborazione con i giganti francesi Total e Veolia, va in questa direzione e permette di trattare e pompare l’acqua marina per l’estrazione del petrolio attraverso filtri posti sul fondale, senza doverla trasportare da impianti sulla terraferma. Saipem ora punta a seguire tutte le fasi degli impianti sottomarini, dalla posa delle tubature alla manutenzione, utilizzando le tecnologie sfornate dal polo di Marghera, che impiega 150 persone a tempo pieno, prevalentemente ingegneri: nata negli anni ‘90 dall’acquisto di Sonat Subsea e Tecnomare Industriale da parte di Saipem, Subsea è oggi una delle tre aziende al mondo con il più alto livello tecnologico del settore.



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