sabato 11 febbraio 2017

INCONTRO PUTIN - PAHOR: LA RUSSIA PUNTA AL PORTO DI CAPODISTRIA? IPOTESI DI INTERVENTO DELLE FERROVIE RUSSE PER 1 MILIARDO DI EURO PER IL RADDOPPIO DELLA KOPER - DIVACA - ANCHE UNA SEDE DELL' UNIVERSITA' DI MOSCA A CAPODISTRIA -


Si è svolto ieri a Mosca l' incontro tra Putin ed il presidente sloveno Borut Pahor.
Il miglior resconto è quello fatto dal bravo Mauro Manzin sul Piccolo di oggi e che riproduciamo sotto.


Oltre ad ipotesi di politica internazionale e geopolitica che potrebbero sfociare in uno storico incontro tra Trump e Putin proprio in Slovenia, propiziato anche dalla colta e brava First Lady Melania che è slovena (anche il figlio di Trump e Melania è bilingue inglese e sloveno), ci sono stati numerosi accordi commerciali.

Tra questi spicca l' ipotesi di un intervento da un miliardo di euro delle Ferrovie Russe per il raddoppio della tratta  ferroviaria Koper-Divaca che attualmente è il collo di bottiglia che frena lo sviluppo ulteriore del Porto di Capodistria.
Si era parlato nei mesi scorsi anche di un intervento dei cinesi e dei turchi per la Koper - Divaca ma ancora non si sono visti accordi operativi.
La Russia sta puntando molto sulle ferrovie per sviluppare i rapporti con l' europa ed anche per completare l' allacciamento alla cintura della "Nuova Via della Seta" terrestre e marittima.


Di importanza strategica è  la avvenuta  firma  di un Memorandum d'intesa (Breitspur) tra le ferrovie russe (RŽD) e austriache (ÖBB ), con il coinvolgimento di partner dell‘ Ucraina e della Slovacchia. 
L‘ accordo prevede il prolungamento della linea ferroviaria a scartamento largo (Transsiberiana) da Košice (in Slovacchia) alla regione di Vienna – Bratislava. 



Questo ambizioso progetto di dimensioni storiche e già in fase di realizzazione trasformerà Vienna nel più importante hub container (e merci) nell' entroterra europeo, crocevia degli assi Nord (Mar Baltico) Sud (mare Adriatico) e Est (EstremoOriente-Oceano Pacifico) Ovest (Europa occidentale). 
Sotto l'egida di ÖBB INFRA, sono già in costruzione tunnel progettati  rispettivamente con base a Semmering e a Koralm.
 
Essi potranno eliminare i colli di bottiglia dell‘ asse Baltico-Adriatico in Austria e
 aprire un "Hinterland" di enorme portata e rilevanza economica per il Porto di Trieste.

Bisogna informare dei cambiamenti radicali delle infrastrutture intermodali conseguenti alla estensione del „Breitspur" da Vladivostok a Bratislava-Vienna e, in prosecuzione, attraverso il tunnel Semmering o quello di Koralm verso Villach, ossia verso Pontebba e Trieste.
E ' una dimensione globale e intermodale, dal Pacifico al Mar Adriatico per ferrovia e via mare
 
Non e‘ certamente una soluzione convenzionale ed è dedicata soprattutto al trasporto dei container, ma soprattutto: non è un progetto UE.
E'  compito nostro portare Trieste a beneficiare degli effetti del progetto come l‘ Austria ha fatto assumendosi una grossa quota del progetto e del finanziamento.
Forti rallentamenti a questi sviluppi sono stati determinati dalla crisi in Ucraina e dalle sanzioni contro la Russia che si sono rivelate una vera sciagura per lo sviluppo economico doccidentale.

Non dimentichiamo che il sogno geopolitico secolare della Russia è quello di raggiungere il Mediterraneo: il "mare caldo".

Si è saputo anche dell' apertura di una sede dell' Università di Mosca a Capodistria: un fatto molto importante che dovrebbe stimolare l' Università di Trieste a cercare accordi in tale direzione.

Un dettaglio degli accordi commerciali è offerto da Slovenia Times clicca QUI: "possible Russian investments in infrastructure, pointing to the Koper-Divača rail line, saying that also for Russia this was a very important corridor".

Putin: Lubiana un bel posto per l’incontro con Trump
 Il leader del Cremlino conferma la sua disponibilità al presidente sloveno Pahor in visita al Cremlino. Sul tavolo anche i rapporti Russia-Ue: «Spero che migliorino» 

In missione a Mosca la delegazione slovena ha firmato una serie di accordi per 650 milioni di euro 
di Mauro Manzin ◗ Lubiana
Se il presidente della Slovenia Borut Pahor (e chi mai lo pensava) non riesce a “disinnescare” l’esplosiva matrioska ucraina nei suoi colloqui a Mosca con lo “zar” Vladimir Putin, certamente riesce però a tranquillizzare l’orso russo con il miele della diplomazia e degli affari. Posto che Pahor, ieri in visita a Mosca, è stato sicuramente latore di precisi messaggi a Putin da parte della cancelliera tedesca Angela Merkel con cui si è incontrato pochi giorni fa a Berlino relativamente agli accordi di Minsk, e che la risposta dello “zar” è stata ovviamente molto diplomatica ma non negativa, «abbiamo discusso dei rapporti fra la Russia e l'Ue, che spero man mano migliorino e tornino come erano prima», ha chiosato Putin, la controparte slovena intanto tornerà a casa con un successo indiscutibile: «Riguardo a Lubiana, e alla Slovenia in generale - ha dichiarato il leader del Cremlino - è certamente un posto splendido per avere un dialogo di questo tipo (Putin si riferisce al primo incontro con il presidente statunitense Donald Trump dal suo insediamento alla Casa Bianca ndr.)». «Ma non dipende solo da noi - ha precisato - dipende da tutta una serie di circostanze». «Se questi incontri dovessero avvenire - ha comunque concluso Putin - non avremmo niente contro Lubiana». Per Pahor è già Bingo. Ma a tornare in patria a tasche piene sono soprattutto i 40 rappresentanti di altrettante aziende slovene che hanno sottoscritto 11 accordi con la Russia per un ammontare di 650 milioni di euro. Durante la visita del Capo di Stato sloveno a Mosca è stato firmato un accordo per le forniture di gas russo alla Slovenia nel 2018-2022. Lo scorso anno Mosca ha venduto a Lubiana 520 milioni di metri cubi di metano. Putin ha sottolineato come il volume del commercio bilaterale «si sia ridotto di metà negli ultimi anni, cosa che di certo causa preoccupazione. Ciononostante - ha proseguito il leader del Cremlino - non c'è stato un declino lo scorso anno e questo può essere considerato un fatto positivo. Questo declino si è fermato - ha concluso Putin rivolgendosi a Pahor - e noi dovremmo certamente sfruttare la sua visita per pensare a come dare alle nostre relazioni una nuova dinamica positiva». Secondo i dati ufficiali dei primi 11 mesi del 2016, la Slovenia ha effettuato un export in Russia per un valore di 714 milioni di dollari, mentre le importazioni hanno toccato quota 165 milioni di dollari. Ma c’è anche la classica “ciliegina sulla torta”. Le Ferrovie Russe stanno considerando la possibilità di investire nel miglioramento della rete ferroviaria slovena e si è discussa l'ipotesi di un investimento di «1 miliardo di euro». Parola di Vladimir Putin, ed è logico pensare che l’investimento riguarderebbe in primis il raddoppio della tratta ferroviaria tra il porto di Capodistria e Divaccia e non è escluso che determini una controparte in logistica portuale per gli operatori russi. Novità interessanti, infine, anche dal punto di vista di cultura e istruzione. Secondo il rettore dell’Università di Mosca, sentito dai media russi, la stessa dovrebbe aprire una propria sede a Capodistria che potrebbe ospitare i primi studenti di Slovenia, Russia e dell’Europa orientale già nell’anno accademico 2017-2018

LA VARIABILE MELANIA
La Slovenia, Stato membro dell’Unione europea, è il Paese di origine della moglie di Trump, Melania. Ed è qui che si svolse il primo incontro fra George W. Bush e Putin nel 2001. Il Cremlino considera la Slovenia un alleato nel suo tentativo di porre fine alle sanzioni dell’Occidente sulla Russia per il conflitto in Ucraina. Mosca era un grande mercato di esportazione per i prodotti alimentari sloveni prima della crisi ucraina. E, anche se nessuno lo ammetterà mai ufficialmente, in Slovenia sperano molto che la First Lady possa influenzare il marito sulla scelta del tanto ventilato vertice tra i presidente delle due potenze più forti al mondo. Fonti diplomatiche nell’ultimo periodo accreditavano molto il Giappone quale possibile “terra d’incontro” tra i due leader, posto che avrebbe un grosso sapore simbolico, vuoi perché con il sacrificio di Hiroshima sancì la fine della Seconda Guerra mondiale, vuoi per la sua posizione geopolitica quasi baricentrica tra i giganti Usa, Russia e Cina. Intanto Lubiana sogna. (m.man.)

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