lunedì 20 febbraio 2017

ESCLUSIVO - STUDIO SULL' IMPATTO ECONOMICO ATTUALE DEL PORTO DI TRIESTE: FINO A 19.684 POSTI DI LAVORO CON L' INDOTTO - 615 MILIONI DI GETTITO FISCALE - E' IL VERO MOTORE ECONOMICO DI TRIESTE E CON L' UTILIZZO PRODUTTIVO DEI PUNTI FRANCHI NE PUO' DETERMINARE LO SVILUPPO - L' EVOLUZIONE DELLA SITUAZIONE GEOPOLITICA LO FAVORISCE -


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Sull' onda del grande interesse che si sta sviluppando intorno al Porto ed alle sue prospettive, e che si è manifestato anche con la folta partecipazione al nostro incontro sulle opportunità create dalla "Nuova Via della Seta", presentiamo ai nostri lettori in esclusiva un autorevole studio del 2010 sull' impatto economico, occupazionale e fiscale del Porto di Trieste, redatto della società Adria Sea su commissione di Confindustria, AIOM ed altri enti.

I dati analizzati sono del 2008 e sono da considerarsi tuttora validi perchè malgrado la crisi non vi sono stati cali, semmai incrementi di traffico.
Inoltre non sono conteggiati i posti di lavoro e i redditi relativi alla Pubblica Amministrazione che gravita intorno al Porto, Dogane, Finanza, Autorità Portuale, Capitaneria ecc. perchè sono considerati un costo per la comunità.
Non è conteggiato nemmeno il settore navalmeccanico e cantieristico per quanto contiguo e, in qualche misura, indotto dall' attività portuale.


Il Porto di Trieste si conferma essere il reale motore economico del territorio ed il principale creatore di valore aggiunto: basta indicare due soli dati:

1) I posti di lavoro, compreso l' indotto ed esclusa la Pubblica Amministrazione, sono stimati oscillare in una forbice tra 15.658 e 19.684 unità.

2) Il gettito fiscale complessivo generato da Porto e Indotto era di ben 615 milioni nel 2010.

In questo quadro assume  un valore strategico la prospettiva, che chiaramente è emersa dall' intervento del Presidente D'Agostino nel nostro recente convegno, di utilizzo produttivo del regime di Porto Franco non solo per i traffici portuali ma anche, e soprattutto, per favorire nuovi insediamenti industriali e produttivi in genere.

E' cruciale riuscire ad utilizzare la nuova situazione geopolitica in evoluzione anche per contrastare la pesantissima deindustrializzazione avvenuta a Trieste (attualmente solo il 9% del PIL) e favorire il rilancio dell' economia.

L' impressione che si trae dalla lettura di questo studio è che il dibattito pubblico di questi ultimi anni abbia sottovalutato l' importanza decisiva del Porto Franco Internazionale per il futuro non solo della città di Trieste ma dell' intero territorio e che si sia concentrato su altri temi forse non prioritari.
E che sia opportuno focalizzare le forze laddove possono produrre migliori risultati di sviluppo reale della nostra comunità.



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